Donne e uomini: più profondamente diversi di quanto si creda

Tutti sanno che gli uomini hanno, in ogni cellula del corpo, cromosomi sessuali X e Y e le donne hanno due cromosomi X.  E – anche senza essere genetisti – tutti sanno che le differenze tra il maschio e la femmina vanno ben oltre l’apparato sessuale e l’apparenza fisica.

Ma un recente articolo della professoressa Jenny Graves su The Conversation spiega che al di là dei geni X e Y, un terzo degli elementi del nostro genoma si comporta in modo molto diverso negli uomini e nelle donne.
 
Uomini e donne hanno circa 20.000 geni.

L’unica differenza fisica  è la presenza del cromosoma Y  nei maschi. Questo Y, come potete vedere dalla foto, è più piccolo dell’X e contiene solo 27 geni. Uno di questi è il gene che determina il sesso e che si chiama SRY .  E’ presente nell’individuo fin dal concepimento e dà il via alla crescita dei testicoli già 12 settimane dopo la fecondazione.

Fino a poco tempo fa, si credeva che solo la presenza o l’assenza di questo gene  SRY distinguesse gli uomini dalle donne.

Ma ci sono altri 25 geni nel cromosoma Y, e  un centinaio di geni nel cromosoma X (che nelle donne sono doppi perché hanno due X). Continua a leggere

Donne, il Papa svela il “terzo” livello della parità

Papa Francesco

di Massimo Introvigne
 
Il 7 febbraio 2015 Papa Francesco ha ricevuto i partecipanti alle plenarie del Pontificio Consiglio per la Cultura, dedicata alla donna nella vita sociale ed ecclesiale, e del Pontifico Consiglio dei Laici – dove chi scrive ha tenuto una delle relazioni – dedicata alla città. Le giornate di lavoro hanno mostrato quali enormi problemi alla società, alla Chiesa e alle donne pongano le odierne megalopoli, tormentate da gravissimi problemi di solitudine, spaesamento, desertificazione morale e religiosa, depressione, che vanno molto al di là delle pur serie questioni di povertà materiale.

Chi ha partecipato alle sessioni si è reso conto di come uno sguardo eccessivamenteconcentrato sull’Europa – dove la maggioranza delle città è ancora relativamente a misura d’uomo – rischi di non comprendere le priorità che Papa Francesco indica oggi alla Chiesa. Viste dalle metropoli con oltre dieci milioni di persone dell’America Latina, dell’Asia e dell’Africa – con percentuali di pratica religiosa da prefisso telefonico e con indici altissimi di uso di droghe, prostituzione, criminalità, depressione, non tutti riferibili sempre e solo alla povertà materiale – molti problemi su cui ci si accapiglia da noi si ridimensionano, e si comprendono meglio le priorità che Papa Francesco indica alla Chiesa. Continua a leggere

Papa a Scholas Occurrentes: ricostruire patto educativo, no a deleghe

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Non cambieremo il mondo, se non cambiamo l’educazione; per farlo occorre costruire ponti e ricostituire il patto educativo a scuola, in famiglia e nella società: è quanto ha affermato ieri pomeriggio il Papa, nell’Aula del Sinodo in Vaticano, in videoconferenza con i con ragazzi disabili collegati da varie parti del mondo, per la chiusura del IV Congresso Mondiale “Scholas Occurrentes”. La rete internazionale di scuole, nate in Argentina per volere dell’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, oggi conta 400mila istituti, sparsi nei 5 continenti uniti da sport, scienza e tecnologia. Presentate anche nuove sinergie con l’università Lumsa di Roma e progetti in Mozambico. Massimiliano Menichetti:
 
In ogni ragazzo c’è un tesoro
Le mani aperte verso lo schermo che salutano, il volto che esprime gioia e gratitudine del Papa e dei ragazzi in videoconferenza. E’ l’istantanea piena di forza di questo incontro tra Francesco nell’Aula del Sinodo in Vaticano, con altre 260 persone, e i ragazzi disabili collegati da Stati Uniti, Sud America, Africa, Australia, Medio Oriente. Continua a leggere

La Chiesa non è e non può essere misogina

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di Costanza Miriano   – articolo pubblicato su IL FOGLIO del 3 agosto 2013 
 
“Amiche cattoliche della mia rubrica telefonica, dei socialcosi, del blog e della posta, elettronica e a piccione, voi sperate di poter vivere la vostra diversità femminile più a fondo nella Chiesa, e aspettate che il Papa dica una parola su questo?” Lancio la domanda a un congruo campione di donne credenti. Ricevo di rimando una salva di pernacchie, sguardi interrogativi (da quelle in carne ed ossa), risposte del tenore di: “A Costa’, ma che stai a dì?”, “Aho, ma che davero davero?” “Più responsabilità? Ancora? Ma che, sei matta? Vuoi un po’ delle mie?”

Ritanna Armeni ha scritto sul Foglio che “anche le donne più rispettose e comprensive, che hanno dedicato la loro vita alla Chiesa, non possono non definirla misogina”. Continua a leggere