CERVELLO/ Cosa c’entrano i neuroni specchio con Aristotele ed Edith Stein?

La relazione con l’altro è un caposaldo per lo studio del cervello: siamo cablati “ per essere sociali”. E tuttavia siamo “più” del nostro cervello
 

“Con ciò l’apparizione del mondo si dimostra come dipendente dalla coscienza individuale, mentre il mondo che appare – mondo che resta comunque e a chiunque appaia – si dimostra come indipendente dalla coscienza. Imprigionato nelle barriere della mia individualità, non potrei andare al di là del ‘mondo come mi appare’, e in ogni modo si potrebbe pensare che la possibilità della sua esistenza indipendente – che potrebbe essere data ancora come possibilità – resti sempre indimostrata. Non appena, però, con il sussidio dell’empatia oltrepasso quella barriera e giungo a una seconda e terza apparizione dello stesso mondo, che è indipendente dalla mia percezione, una tale possibilità viene dimostrata. In tal modo l’empatia, come fondamento dell’esperienza intersoggettiva, diviene la condizione di possibilità di una conoscenza del mondo esterno esistente”. (Edith Stein, Il problema dell’empatia).

Non sarebbe concepibile oggi studiare il cervello mettendo tra parentesi l’altro. È quindi necessaria l’intersoggettività, la relazione con l’altro per capire la mente del singolo. È questa la tesi che Vittorio Gallese, professore ordinario di psicobiologia dell’Università di Parma, ha argomentato in modo esaustivo all’incontro dal titolo “La meraviglia del cervello umano”, in un appassionante dialogo con Mauro Ceroni ed Egidio D’Angelo, svoltosi nella seconda giornata del Meeting di Rimini.

Le neuroscienze hanno conosciuto uno sviluppo notevole negli ultimi decenni. Dall’indagine in merito al contributo del cervello nella creazione di mappe spaziali, all’esplorazione delle modalità attraverso cui la nostra mano riesce ad afferrare un qualunque oggetto, alla scoperta delle proprietà visive, oltre che motorie, dei neuroni. La prova più eclatante di queste ultime è costituita dai neuroni specchio, scoperti agli inizi degli anni Novanta, proprio dal team del professor Giacomo Rizzolatti, di cui faceva parte il relatore, quei neuroni cioè che si attivano non soltanto quando il singolo afferra un oggetto ma anche quando vede un suo simile compiere il medesimo movimento. Continua a leggere

Natale non è cosa da “cattolici che fanno i propri doveri”. È un “rivoluzionamento” di tutta la vita

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di Edith Stein
 
Il Bambino divino è diventato il Maestro e ci ha detto che cosa dobbiamo fare. Per permeare tutta una vita umana di vita divina non basta lasciarsi prendere dall’incanto della notte santa
 
Il Mistero del Natale” (testo pronunciato da Edith Stein in occasione di una conferenza tenuta nel 1931, a Ludwigshafen)
 
Dove il Bambino divino intenda condurci sulla terra è cosa che non sappiamo e a proposito della quale non dobbiamo fare domande prima del tempo. Una cosa sola sappiamo, e cioè che a quanti amano il Signore tutte le cose ridondano in bene. E inoltre che le vie, per le quali il Signore conduce, vanno al di là di questa terra. Se mettiamo le nostre mani nelle mani del Bambino divino e rispondiamo con un “sì” al suo “Seguimi”, allora siamo suoi, e libera è la via perché la sua vita divina possa riversarsi in noi. Continua a leggere

Stein: intellettuali aiutate il popolo

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L’inedito di Edith Stein
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Nei circoli degli intellettuali spesso si può ancora sentir dire che essi si aspettano, in modo del tutto ovvio, di avere come compito quello di guide del popolo. Se, al contrario, si considerano i fatti della storia e, specialmente, gli avvenimenti degli ultimi anni, del tempo di guerra e del dopoguerra, emergono allora pesanti dubbi: sia riguardo all’effettività della guida sia riguardo al fatto di essere chiamati a svolgere un ruolo di guida. Vale, quindi, veramente la pena di riflettere un po’ su questo problema […].

Innanzitutto con “guida del popolo” non s’intende solamente la direzione politica, bensì un lavoro di educazione e formazione presso il popolo. E con “intellettuali” non s’intendono solo gli uomini puramente teoretici, bensì anche tutti coloro che, sulla base di una formazione teoretica, esercitano una professione pratica: il prete, il medico, l’insegnante e così via. Continua a leggere

La donna come passione totale per l’uomo

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L’essenza della donna
Il modo di pensare della donna, e i suoi interessi,sono orientati verso cio’ che è vivo e personale e verso l’oggetto considerato come un tutto. Proteggere, custodire e tutelare, nutrire e far crescere: questi sono i suoi intimi bisogni, veramente materni. Cio’ che non ha vita, la cosa, la interessa solo in quanto serve al vivente e alla persona, non in se stessa. E a cio’ è connessa un’altra caratteristica: l’astrazione, in ogni senso, è contraria alla sua natura. Cio’ che è vivo e personale è oggetto delle sue cure, è un tutto concreto, e dev’essere tutelato e sviluppato nella sua completezza; non una parte a danno dell’altra o delle altre: non lo spirito a danno del corpo o viceversa, e neppure una facolta’ dell’anima a danno delle altre. (…) Continua a leggere

Tutte le cose volgono al bene

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“Dove saremo portati su questa terra,
non sappiamo e nemmeno
dobbiamo chiedercelo anzitempo.
Sappiamo soltanto
che per coloro che amano il Signore
tutte le cose volgono al bene.
E inoltre sappiamo che le vie del Signore
vanno di là da
questa terra.”

(Edith Stein, Pensieri)

Tratto da: Lo Straniero

Edith Stein e il mistero del Natale

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Nei giorni scorsi ho ricevuto in regalo una graditissima sorpresa da una lettrice (ormai amica) del blog: “Il mistero del Natale” di Edith Stein. Coincidenza vuole che proprio oggi abbia trovato questa bella recensione del libro, scritta da Claudia Mancini e rilanciata dal blog di Costanza Miriano.

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di Claudia Mancini   LaPorzione.it

Nel raccoglimento dell’abbazia benedettina di Beuron, nel 1932, tre anni prima di entrare nel Carmelo, Edith Stein scrisse una ricchissima meditazione teologica sul Natale. Il testo, pronunciato in occasione di una conferenza dell’Associazione Accademici cattolici di Ludwigshafen (nel Land della Renania-Palatinato, in Germania), fu pubblicato per la prima volta nel 1950 a Colonia e in Italia solo nel 1989. Continua a leggere

Tredicimila errori finora

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di Costanza Miriano

Mi hanno chiesto qua e là – non schiere di gente, per carità, ma qualcuno sì – di scrivere, dopo quello per le mogli e quello finto per i mariti (è sempre per le mogli), un libro sull’educazione dei figli. Non so cosa nella mia condotta possa avere indotto in qualcuno lo strampalato pensiero che io sia una educatrice decente. Io da parte mia, pur mettendocela tutta, prima di sbilanciarmi aspetterei una venticinquina d’anni (ammesso che sopravviva allo stress di tutti i colloqui con i professori che ancora mi separano dal camposanto). Continua a leggere