Quando Wojtyla disse: il comunismo è caduto da solo

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Il 25° anniversario della caduta del Muro di Berlino è l’occasione per ricordare l’innegabile ruolo di san Giovanni Paolo II nella lotta ai sistemi totalitari d’Oltrecortina. Ma il Papa polacco invitava a non cadere nelle semplificazioni

di Andrea Tornielli
 
Che Giovanni Paolo II – il primo Papa slavo, nato e cresciuto in uno dei Paesi d’Oltrecortina che dal dopoguerra facevano parte dei satelliti dell’Unione Sovietica – abbia avuto un ruolo negli eventi culminati un quarto di secolo fa nella caduta del Muro di Berlino, è un fatto innegabile. Il solo irrompere sulla scena mondiale di un pastore proveniente dalla Polonia e dunque testimone diretto della vita quotidiana in un regime comunista, ha rappresentato di per sé un elemento destabilizzante per i totalitarismi dell’Est europeo. Papa Francesco all’Angelus di ieri, ricordando il 25° anniversario del crollo del Muro, ha detto: «La caduta avvenne all’improvviso ma fu resa possibile dal lungo e faticoso impegno di tante persone che per questo hanno lottato, pregato e sofferto, alcuni fino al sacrificio della vita. Tra questi, un ruolo di protagonista ha avuto il santo papa Giovanni Paolo II». Continua a leggere