Roger Penrose sulla coscienza: «la sua comprensione al di là della fisica»

(da UCCR)

Se il biologo determinista E.O. Wilson crede che, prima o poi, si scoprirà la base fisica della coscienza, altri paiono più realisti e ammettono che «esistono cose che non possono essere provate». Ci riferiamo al celebre matematico Roger Penrose, emerito dell’Università di Oxford e vincitore del Premio Wolf assieme al suo amico e collaboratore Stephen Hawking.

Recentemente, in occasione di un convegno a Milano intitolato “Intelligenza Artificiale vs Intelligenza Naturale, Penrose ha spiegato in semplici parole perché non potrà mai esistere una Intelligenza Artificiale«Il termine è improprio poiché nessuno di questi dispositivi comprende ciò che sta facendo. La volontà richiede comprensione e la comprensione richiede consapevolezza, cioè coscienza che le macchine non hanno». L’intelligenza, necessita della coscienza.

Si usa spesso l’espressione AI (Artificial Intelligence) per definire computer avanzati o programmi che giocano a scacchi. Ad esempio, è noto che una certa posizione degli scacchi metta in difficoltà i computer: «è una nota posizione di pareggio conosciuta da qualsiasi giocatore che domini i rudimenti del gioco degli scacchi; invece Fritz, il principale programma di scacchi, regolato sul livello grande maestro, fraintende completamente la posizione e dopo un certo numero di mosse fa un errore stupido e perde la partita. Non sono affatto un buon giocatore», ha spiegato Penrose, «ma ho una certa comprensione di ciò che i pezzi possono fare e cosa no. Fritz invece non comprende niente, nemmeno quello che i pezzi degli scacchi possono fare. Semplicemente segue in modo inconsapevole alcuni algoritmi specifici, senza capire quello che sta facendo». Continua a leggere