La perdita di senso del peccato e la banalità del male

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Il nostro tempo è più debole nel fare i conti con il male e il peccato? Intervista a don Antonio Sabetta (Università Laternanense)
 
Il re Davide è acceso di desiderio per la moglie del suo generale, Uria, e così lo manda in prima fila in battaglia aspettandosi che venga ucciso, come avviene. Il re è colpevole di adulterio e omicidio, eppure – ha affermato Papa Francesco commentando il passo biblico qualche giorno fa nell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta – non avverte il peccato e derubrica la vicenda a semplice “problema” da risolvere. Quando viene meno la presenza di Dio fra gli uomini, ha proseguito Francesco, viene meno anche “il senso del peccato” e per colpa della “medocrità cristiana”, tante vittime innocenti, come Uria, pagano un prezzo. Aleteia ne ha parlato con don Antonio Sabetta, docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università lateranense. Continua a leggere